Legge 104 in presenza di badante: è possibile? Requisiti

È possibile richiedere i permessi della Legge 104 se il familiare con disabilità ha già una badante?

La Legge 104 offre agevolazioni fondamentali per i lavoratori che assistono un familiare con disabilità grave, tra cui i permessi retribuiti mensili. Tuttavia, una delle domande più frequenti riguarda la compatibilità tra i permessi della Legge 104 e l’assunzione di una badante.

In questa guida analizzeremo nel dettaglio i requisiti per accedere alla Legge 104, le agevolazioni previste per chi assiste un familiare, le novità, il funzionamento della detrazione per badante e i casi in cui la presenza di un’assistente familiare può influenzare il diritto ai permessi.

Inoltre, vedremo perché colf e badanti non possono richiedere la Legge 104 per assistere un proprio familiare. Se vuoi sapere come gestire al meglio la Legge 104 in presenza di una badante e sfruttare tutte le agevolazioni disponibili, continua a leggere.

Legge 104: cosa è, novità e le agevolazioni principali

Prima di approfondire al meglio se e come è possibile richiedere la Legge 104 in presenza di badante, vediamo nel dettaglio in cosa consiste. Infatti, per comprendere meglio questa possibilità, è importante analizzare nel dettaglio i requisiti e le agevolazioni previste dalla normativa.

La Legge 104/1992 è la normativa di riferimento per il sostegno e l’integrazione sociale delle persone con disabilità. Si tratta di una legge che riconosce diritti e agevolazioni non solo ai soggetti con handicap grave, ma anche ai loro familiari, al fine di garantire un supporto adeguato nella gestione dell’assistenza.

Per accedere ai benefici, è necessario ottenere il riconoscimento dello stato di handicap grave da parte della Commissione ASL e presentare domanda telematica all’INPS. I lavoratori devono inoltre comunicare al proprio datore di lavoro l’intenzione di usufruire dei permessi previsti dalla legge.

Legge 104: novità 2025

Prima di approfondire cosa prevede oggi la normativa, è bene parlare di alcune importanti novità. Dal 1° gennaio 2025, la Legge 104 ha subito alcune modifiche, avviate in via sperimentale in nove province italiane. Con l’approvazione definitiva del Decreto legislativo 62/2024, il governo ha introdotto nuove misure per semplificare l’accertamento dell’invalidità civile e migliorare il sistema di sostegno per le persone con disabilità e i loro familiari.

Tra le principali novità della Legge 104 nel 2025 c’è l’eliminazione delle visite di rivedibilità, che spesso rappresentavano un ostacolo burocratico per chi aveva già ricevuto il riconoscimento della disabilità. Inoltre, si presume che verrà introdotto il Progetto di Vita, un nuovo strumento per garantire un accompagnamento personalizzato ai soggetti disabili in base alle loro esigenze.

Un’altra importante novità nella cura dei nostri cari per il 2025, è rappresentata sicuramente dall’introduzione del Bonus da 850 euro per anziani, che abbiamo approfondito nella nostra guida dedicata. Questa misura si aggiunge ai Bonus Colf e Badanti già previsti dalla normativa.

Inoltre, è stato proposto che dal 1° gennaio 2026 l’INPS diventi l’unico ente responsabile della valutazione della disabilità, basandosi su un’unica visita collegiale e sui parametri internazionali ICD e ICF dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’intero iter di valutazione sarà digitalizzato, con l’inserimento del certificato nel Fascicolo Sanitario Elettronico, semplificando l’accesso alle agevolazioni della Legge 104 per disabili e caregiver.

Legge 104: quali agevolazioni?

Adesso, entriamo più nello specifico parlando delle agevolazioni. Possono beneficiare delle agevolazioni della Legge 104 le persone con un handicap grave, come definito dall’art. 3, comma 3 della normativa.

Tra le principali agevolazioni riconosciute dalla Legge 104, rientrano:

  • permessi retribuiti dal lavoro: i dipendenti pubblici e privati che assistono un familiare con grave disabilità hanno diritto a 3 giorni di permesso retribuito al mese, frazionabili anche in ore. Il lavoratore disabile, invece, può usufruire di 2 ore di permesso giornaliero (1 ora se il turno è inferiore a 6 ore);
  • congedo straordinario retribuito: fino a 2 anni di assenza dal lavoro, frazionabili, per chi assiste un familiare con disabilità grave. Il congedo è coperto da contribuzione figurativa ai fini pensionistici;
  • collocamento mirato e agevolazioni lavorative: la normativa prevede misure per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità, oltre alla priorità nell’accesso allo smart working per chi usufruisce dei permessi;
  • agevolazioni fiscali: detrazioni fiscali del 19% e IVA ridotta al 4% per l’acquisto di dispositivi informatici, strumenti tecnologici per la comunicazione e veicoli destinati al trasporto del disabile;
  • contributi per l’eliminazione delle barriere architettoniche: incentivi per l’adeguamento delle abitazioni e per la mobilità personale.

Se consideriamo tutte queste agevolazioni, Legge 104 rappresenta un’importante tutela per chi assiste un familiare disabile, garantendo strumenti concreti per conciliare lavoro e assistenza. Ma come si concilia la Legge 104 con l’assunzione di una badante? Nei prossimi paragrafi approfondiremo anche questa possibilità, ma prima chiariamo meglio chi ne ha diritto tra i parenti prossimi.

Legge 104: chi ne ha diritto? Parenti che possono richiederla e attività

presenza di badante familiari parenti

I permessi previsti dalla Legge 104 possono essere richiesti non solo dalla persona disabile in prima persona, ma anche dai suoi parenti più stretti, purché si occupino effettivamente dell’assistenza. Ecco chi può beneficiarne:

  1. Figli che assistono un genitore con disabilità grave;
  2. Coniuge, partner dell’unione civile o convivente di fatto;
  3. Parente o affine fino al 2° grado (fratelli, sorelle, nonni, nipoti diretti, suoceri, cognati);
  4. Parente o affine fino al 3° grado solo se il coniuge, i genitori o il partner del disabile hanno più di 65 anni, sono anch’essi affetti da patologie invalidanti permanenti, oppure sono deceduti o mancanti.

A partire dal 13 agosto 2022, la normativa è stata modificata per consentire a più familiari di alternarsi nell’assistenza dello stesso soggetto disabile, senza che sia più necessario indicare un unico referente. Questo cambiamento ha rappresentato un importante passo avanti per conciliare meglio le esigenze lavorative e personali di chi assiste un parente con disabilità.Tuttavia, per ottenere i permessi retribuiti della Legge 104, l’assistenza deve essere effettiva e continuativa. Secondo quanto chiarito dal Ministero del Lavoro, l’assistenza può includere anche attività come:

  • accompagnare la persona disabile a visite mediche o terapie;
  • gestire pratiche burocratiche, come il ritiro di documenti o il pagamento di bollette;
  • offrire supporto nelle necessità quotidiane, anche al di fuori dell’ambiente domestico.

Un’eccezione importante è rappresentata dai casi in cui il disabile è ricoverato a tempo pieno in una struttura ospedaliera. In questa situazione, i permessi non possono essere richiesti, a meno che la struttura stessa non richieda espressamente la presenza del familiare per l’assistenza.

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Legge 104: a chi spetta per patologie correlate?

Quando si deve fare una richiesta di Legge 104, bisogna considerare non solo le agevolazioni delle quali abbiamo parlato finora, ma anche i requisiti, cioè capire bene a chi spetta davvero e quali sono le patologie correlate.
Infatti, una cosa che spesso si ignora è che il riconoscimento della disabilità da solo non è sufficiente. Per ottenere i benefici previsti dalla normativa, è necessario che la Commissione Medica ASL accerti la condizione di handicap grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della legge stessa.

Per stabilire chi ha diritto alla Legge 104 per motivi di salute, si valutano le patologie che causano una perdita significativa dell’autosufficienza. Tra queste, rientrano:

  • Malattie neurologiche (Parkinson, Alzheimer, sclerosi multipla, SLA);
  • Malattie oncologiche in fase avanzata o con cure debilitanti;
  • Patologie croniche invalidanti (insufficienza renale grave, diabete mellito con complicanze);
  • Disturbi psichici e cognitivi gravi (autismo, schizofrenia, ritardo mentale grave);
  • Disabilità motorie che compromettono la deambulazione o l’uso degli arti;
  • Malattie genetiche e rare che limitano le capacità quotidiane.

In ogni caso, per ottenere le agevolazioni della Legge 104, il disabile o il familiare che lo assiste deve dimostrare il bisogno di assistenza continua o di un supporto costante per la vita quotidiana.

Legge 104 per se stessi: come funziona?

Si può fare una domanda di Legge 104 non esclusivamente per un parente, ma può essere richiesta anche per se stessi. Se sei un lavoratore dipendente con disabilità grave, hai diritto ai permessi retribuiti previsti dalla Legge 104 per prenderti cura della tua salute e gestire le difficoltà quotidiane. Questi permessi ti permettono di assentarti dal lavoro senza perdere la retribuzione e sono coperti da contributi figurativi ai fini pensionistici.

Puoi scegliere tra:

  1. tre giorni di permesso mensile (anche frazionabili in ore);
  2. permessi giornalieri di una o due ore, a seconda dell’orario di lavoro.

Per ottenerli, devi avere una certificazione di disabilità grave rilasciata dalla Commissione medico-legale della ASL e un contratto di lavoro dipendente. Tuttavia, i permessi non sono concessi se sei ricoverato a tempo pieno in una struttura sanitaria.

Attività di assistenza legge 104: quante ore?

Una domanda che spesso viene posta quando si parla di permessi legge 104 riguarda il numero di ore da dedicare al parente disabile. In linea generale possiamo dire che la Legge 104, anche se prevede permessi retribuiti per assistere un familiare con disabilità grave, non impone un numero di ore specifico da dedicare alla cura dell’assistito. La Cassazione ha chiarito che le attività di assistenza non devono necessariamente coprire l’intera giornata lavorativa del dipendente, ma devono essere effettive e coerenti con le necessità del disabile.

Ma quando c’è anche una badante come funziona? Approfondiremo nei prossimi paragrafi questo aspetto, ma possiamo anticipare che una badante assunta per l’assistenza continuativa segue gli orari stabiliti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico (CCNL). Le ore di lavoro variano in base alla tipologia di contratto e la sua paga deve seguire le Tabelle retributive aggiornate.

Legge 104 e assunzione badante: è possibile?

legge 104 assunzione badante

Adesso passiamo alla questione centrale di questa guida. Molti si chiedono se sia possibile usufruire dei permessi Legge 104 in presenza di una badante che assiste il familiare disabile.

La risposta è sì: l’assunzione di una badante non preclude la possibilità di ottenere i permessi retribuiti previsti dalla Legge 104, a patto che il lavoratore caregiver garantisca un’assistenza sistematica e adeguata.

Il lavoratore che assiste un familiare con disabilità grave può beneficiare dei permessi della Legge 104 se il disabile o l’anziano riceve assistenza da una badante. Questo perché il caregiver fornisce un supporto che va oltre le mansioni svolte dall’assistente familiare, contribuendo in modo attivo alla gestione e al benessere del proprio caro.

In particolare, quando un familiare con disabilità ha una badante convivente, è importante verificare il tipo di assistenza fornita. Se la badante si occupa solo della cura quotidiana del disabile (es. aiuto nell’igiene personale, preparazione pasti, compagnia), il caregiver può comunque richiedere i permessi previsti dalla Legge 104. Al contrario, se la badante svolge anche un ruolo di assistenza sanitaria continuativa, il lavoratore potrebbe non avere diritto ai permessi.

Inoltre, anche in caso di ricovero in una RSA o in una casa di riposo, il familiare può continuare a usufruire della Legge 104, a meno che la struttura non garantisca un’assistenza sanitaria continuativa.

Quando si perde il diritto ai permessi della Legge 104 con una badante ?

La Legge 104 e l’assunzione della badante diventano incompatibili solo in alcuni casi specifici. Ad esempio, il lavoratore non può beneficiare dei permessi quando il familiare disabile è ricoverato in una struttura che fornisce assistenza sanitaria continuativa e h24. In queste situazioni, il supporto garantito dalla struttura sanitaria è considerato sufficiente a coprire le necessità assistenziali del disabile.

Tuttavia, esistono delle eccezioni: i permessi della Legge 104 restano validi se il lavoratore deve accompagnare il familiare disabile a terapie, esami o visite mediche fuori dalla struttura di ricovero. Inoltre, i permessi sono ancora riconosciuti nei casi di disabilità gravissima, come stato vegetativo persistente o condizioni con prognosi infausta a breve termine.

Detrazione badante legge 104: come richiederla?

Se assisti una persona non autosufficiente certificata ai sensi della Legge 104, hai diritto a una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute per l’assunzione di una badante. Questa agevolazione è applicabile fino a un massimo di 2.100€ all’anno, a condizione che il tuo reddito complessivo non superi i 40.000€.

Per ottenere la detrazione, la badante deve essere regolarmente assunta e il pagamento deve avvenire con metodi tracciabili, come bonifici o assegni. Il beneficio fiscale può essere richiesto dal soggetto assistito o dai familiari che sostengono la spesa, come figli o coniugi, anche se non conviventi.

La detrazione va inserita nella dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Redditi PF), allegando la documentazione che certifica la spesa e lo stato di non autosufficienza dell’assistito. Questo aiuto fiscale rappresenta un sostegno importante per le famiglie che affrontano i costi dell’assistenza domiciliare.

Legge 104 per colf e badanti: possono richiederla?

Se lavori come colf o badante, potresti chiederti se hai diritto ai permessi Legge 104 per assistere un familiare con disabilità. La risposta, purtroppo, è negativa: la normativa non include i lavoratori domestici tra i beneficiari di questa agevolazione.

Questi permessi spettano solo a chi ha un contratto di lavoro subordinato, regolato dal Contratto Collettivo Nazionale di categoria (CCNL) applicabile alla maggior parte delle aziende e degli enti pubblici. Le colf e le badanti, invece, rientrano nei lavoratori domestici e il loro contratto di lavoro è disciplinato da regole specifiche, diverse da quelle del settore privato o pubblico. Per questo motivo, la Legge 104 non si applica a chi lavora nell’assistenza domiciliare.

Anche se non puoi richiedere i permessi della Legge 104, come badante o colf hai comunque diritto a specifici permessi e congedi previsti dal CCNL Lavoratori Domestici.

Se hai bisogno di assentarti per assistere un familiare con disabilità, l’unica opzione disponibile è concordare permessi non retribuiti con il datore di lavoro o utilizzare i giorni di ferie maturati.

Anche se la Legge 104 non si applica a colf e badanti, è sempre possibile trovare un accordo con il proprio datore di lavoro per gestire al meglio le esigenze familiari. Se vuoi conoscere tutti i tuoi diritti come lavoratore domestico, consulta il tuo contratto di lavoro o rivolgiti a un’agenzia specializzata come Gallas Group, che può aiutarti nella gestione del rapporto di lavoro e nella ricerca delle migliori soluzioni per le tue esigenze.

Prendersi cura di un parente anziano o disabile: affidati a Gallas Group

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Prendersi cura di un parente anziano o disabile e capire come conciliare i permessi Legge 104 con l’assunzione badante può essere complesso. Le normative cambiano, le procedure burocratiche possono risultare difficili e ogni situazione ha esigenze diverse.

Gallas Group è al fianco delle famiglie per offrire un supporto completo, dalla selezione della badante alla gestione del contratto e delle agevolazioni fiscali disponibili.

Grazie alla nostra esperienza, aiutiamo a individuare la soluzione più adatta per garantire un’assistenza domiciliare di qualità, nel pieno rispetto delle normative vigenti.

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